Cardellini
Il primo consiglio utile è quello di acquistare i Cardellini mayor presso allevatori seri, che hanno esperienza con la specie, orientandosi su soggetti con comportamento non selvatico, che denota un sicuro adattamento alla vita in gabbia. I Cardellini mayor sono specie protetta e devono quindi essere anellati con anello inamovibile di tipo Y ed essere accompagnati, all’atto dell’acquisto, dal documento di cessione, che va rigorosamente consegnato da parte del venditore. Il piumaggio si deve presentare attillato e non rovinato (abraso). Il soggetto deve avere i disegni della livrea ben definiti in maschera, calotta nera e disegni delle ali (barre alari gialle ) ben evidenti e senza inquinamenti di colore provenienti da altre parti della livrea. Il disegno del petto deve presentare il classico fungo bianco contornato dal bruno. In tutti i disegni della livrea bisogna tener conto dell’origine del soggetto, in quanto la variabilità da sottospecie a sottospecie è notevole. Nel caso del mayor le parti bianche della livrea, guance, nuca, codione, ventre e petto debbono essere il più bianco possibile, senza infiltrazioni di bruno. In ogni caso, è bene prendere in considerazione soltanto i soggetti che non presentano difetti vistosi nei disegni, in quanto difficili da eliminare nella successiva selezione del proprio ceppo di mayor. Se il soggetto preso in considerazione soddisfa quanto precedentemente indicato, è bene verificare lo stato di salute, prendendolo in mano. Come prima cosa bisogna controllare che il soggetto non abbia il petto “tagliente“, ma pieno e che presenti un buono sviluppo dei pettorali. Se così non fosse, potrebbe denotare una malnutrizione o, peggio, uno stato patologico. Lo stesso dicasi per il ventre, che si deve presentare opportunamente convesso, ma non prominente rispetto allo sterno (parliamo di soggetti non grassi, che altrimenti presentano il ventre completamente giallo e voluminoso), in quanto sintomo, specie se si presenta arrossato e congestionato, di un animale con problemi enterici di origine parassitologica o patologica. Il fegato, che nei soggetti ben alimentati non sporge dalla linea del petto (o sporge di poco), non deve essere molto ingrossato e di colore scuro. Nel caso si verificasse anche solo uno dei casi precedenti, è bene lasciar perdere tale acquisto, in quanto i mayor per la loro insita delicatezza sono di difficile recupero e solo il veterinario esperto può risolvere il problema. Il dimorfismo sessuale nel Cardellino mayor è riconoscibile dalla maschera ed, eventualmente, dall’attaccatura ala/collo. Nel maschio la maschera supera l’occhio, mentre nella femmina non supera la metà dell’occhio stesso. Nel caso di dubbio, si verificano le piume che coprono l’attaccatura collo/ali: se sono nere, è sicuramente maschio; se sono brune, quasi sicuramente è femmina.
L'alloggiamento
Una volta arrivati a casa con i propri soggetti, bisogna alloggiarli in modo adeguato. Si consiglia, in caso di allevamento già avviato, di non unire subito i soggetti appena acquistati al resto dell’allevamento, perché, anche se apparentemente sani, possono essere comunque portatori o incubare malattie di cui non ci si è accorti al momento dell’acquisto. I mayor per le loro caratteristiche (dimensioni e vivacità) non possono essere alloggiati adeguatamente in anguste gabbiette (questo a mio avviso deve valere per tutti gli uccelli). Hanno invece bisogno di volierette o voliere che permettano ai soggetti di mantenersi in buona efficienza fisica, in special modo se si vuole iniziare la fase della riproduzione. Le volierette devono essere di almeno 90 cm x 35 x 35, con griglie nei cassetti per evitare il contatto con le feci e quindi il reinfestarsi da eventuali coccidi, parassitosi cui i Cardellini mayor sono particolarmente sensibili. Le voliere idonee ad ospitare una coppia sono di almeno un 1 m x 1 m, alte almeno 1,90 .
La riproduzione
L’allevamento, inteso come riproduzione e non come semplice mantenimento dei soggetti, deve prevedere alcune elementari, ma basilari regole. E’ bene formare le coppie già a partire da gennaio, in modo che si possa creare l’affiatamento utile per un adeguato svolgimento delle cure parentali nei mesi primaverili/estivi, quando i soggetti avranno i piccoli. La precoce formazione delle coppie è utile anche per verificare se i componenti sono caratterialmente compatibili, perché, al contrario dei Canarini, i Cardellini mayor sono animali di carattere e non sempre l’assortimento da noi scelto è a loro gradito . Alla fine di marzo le coppie ormai affiatate sono pronte per la riproduzione. Tale stato è verificabile nei soggetti dall’avvenuto sbiancamento della punta del becco, altrimenti nera nei soggetti non in fase riproduttiva o con problemi di salute. Per indurre la nidificazione è bene mettere nella gabbia dei cestini (non meno di due) di adeguate dimensioni opportunamente infrascati (con pino sintetico, oppure naturale, da cambiare periodicamente perché perde gli aghi). Per l’imbottitura del nido occorre mettere a disposizione della femmina un misto di fibre sottili, in quanto sono quelle preferite dal Cardellino mayor in natura. Per l’interno del nido la femmina predilige materiali più morbidi tipo cotone o pelo animale. In assenza di tali materiali morbidi, può accadere che la femmina si spiumi il petto, a danno della sua forma amorosa. Ultimato il nido, la Cardellina, dopo pochi giorni, comincerà la deposizione delle uova. Di norma, ne deporrà al massimo 5 (una al giorno). Mano a mano che vengono deposte le uova, è bene sostituirle con uova finte (in genere di plastica, in vendita nei negozi di animali). Tale accorgimento garantisce la nascita dei pulli nella medesima giornata. Dopo 13 giorni di cova, in cui la femmina sta prevalentemente nel nido ed il maschio la imbecca, nascono i piccoli Cardellini mayor. All’età di tre giorni vanno anellati, con gli anelli ricoperti di tipo Y. A questo punto bisogna modificare l’alimentazione, arricchendola con semi germogliati, uovo sodo ed un po’ di pastone (alcuni utilizzano il cus cus), arricchiti con buffalos (larve bollite e congelate). Questo alimento va fornito per tutto il periodo in cui i piccoli sono nel nido fino al completo svezzamento. Una volta indipendenti, i giovani andranno separati dai genitori e messi in volierette da 120 per un massimo di 5 soggetti, per evitare stress e fenomeni come la pica. Per evitare fenomeni di pica sono solito diminuire la quantità di luce nell'allevamento e appendere delle cordicelle che una volta sbriciolate dai novelli vanno accuratamente rimpiazzate in quanto l'uccello potrebbe impigliarvisi . Nella sezione articoli verranno affrontati singoli problemi.
La muta
Questa fase, critica per tutti gli uccelli, consiste nella graduale perdita della copertura di penne/piume, sostituita con una nuova, che sarà per i giovani la livrea da adulti e per quelli di più di un anno ne costituirà comunque il ricambio totale. Volendo ed avendone la disponibilità, si possono anche fornire erbe prative, quali tarassaco e centocchio, che sono appetibili e che contengono in parte coloranti utili a vivacizzare il giallo ed il rosso. Per il periodo della muta sono solito fornire in contenitori antispreco questi alimenti differenziati per i giorni della settimana.
L'alloggiamento
Una volta arrivati a casa con i propri soggetti, bisogna alloggiarli in modo adeguato. Si consiglia, in caso di allevamento già avviato, di non unire subito i soggetti appena acquistati al resto dell’allevamento, perché, anche se apparentemente sani, possono essere comunque portatori o incubare malattie di cui non ci si è accorti al momento dell’acquisto. I mayor per le loro caratteristiche (dimensioni e vivacità) non possono essere alloggiati adeguatamente in anguste gabbiette (questo a mio avviso deve valere per tutti gli uccelli). Hanno invece bisogno di volierette o voliere che permettano ai soggetti di mantenersi in buona efficienza fisica, in special modo se si vuole iniziare la fase della riproduzione. Le volierette devono essere di almeno 90 cm x 35 x 35, con griglie nei cassetti per evitare il contatto con le feci e quindi il reinfestarsi da eventuali coccidi, parassitosi cui i Cardellini mayor sono particolarmente sensibili. Le voliere idonee ad ospitare una coppia sono di almeno un 1 m x 1 m, alte almeno 1,90 .
La riproduzione
L’allevamento, inteso come riproduzione e non come semplice mantenimento dei soggetti, deve prevedere alcune elementari, ma basilari regole. E’ bene formare le coppie già a partire da gennaio, in modo che si possa creare l’affiatamento utile per un adeguato svolgimento delle cure parentali nei mesi primaverili/estivi, quando i soggetti avranno i piccoli. La precoce formazione delle coppie è utile anche per verificare se i componenti sono caratterialmente compatibili, perché, al contrario dei Canarini, i Cardellini mayor sono animali di carattere e non sempre l’assortimento da noi scelto è a loro gradito . Alla fine di marzo le coppie ormai affiatate sono pronte per la riproduzione. Tale stato è verificabile nei soggetti dall’avvenuto sbiancamento della punta del becco, altrimenti nera nei soggetti non in fase riproduttiva o con problemi di salute. Per indurre la nidificazione è bene mettere nella gabbia dei cestini (non meno di due) di adeguate dimensioni opportunamente infrascati (con pino sintetico, oppure naturale, da cambiare periodicamente perché perde gli aghi). Per l’imbottitura del nido occorre mettere a disposizione della femmina un misto di fibre sottili, in quanto sono quelle preferite dal Cardellino mayor in natura. Per l’interno del nido la femmina predilige materiali più morbidi tipo cotone o pelo animale. In assenza di tali materiali morbidi, può accadere che la femmina si spiumi il petto, a danno della sua forma amorosa. Ultimato il nido, la Cardellina, dopo pochi giorni, comincerà la deposizione delle uova. Di norma, ne deporrà al massimo 5 (una al giorno). Mano a mano che vengono deposte le uova, è bene sostituirle con uova finte (in genere di plastica, in vendita nei negozi di animali). Tale accorgimento garantisce la nascita dei pulli nella medesima giornata. Dopo 13 giorni di cova, in cui la femmina sta prevalentemente nel nido ed il maschio la imbecca, nascono i piccoli Cardellini mayor. All’età di tre giorni vanno anellati, con gli anelli ricoperti di tipo Y. A questo punto bisogna modificare l’alimentazione, arricchendola con semi germogliati, uovo sodo ed un po’ di pastone (alcuni utilizzano il cus cus), arricchiti con buffalos (larve bollite e congelate). Questo alimento va fornito per tutto il periodo in cui i piccoli sono nel nido fino al completo svezzamento. Una volta indipendenti, i giovani andranno separati dai genitori e messi in volierette da 120 per un massimo di 5 soggetti, per evitare stress e fenomeni come la pica. Per evitare fenomeni di pica sono solito diminuire la quantità di luce nell'allevamento e appendere delle cordicelle che una volta sbriciolate dai novelli vanno accuratamente rimpiazzate in quanto l'uccello potrebbe impigliarvisi . Nella sezione articoli verranno affrontati singoli problemi.
La muta
Questa fase, critica per tutti gli uccelli, consiste nella graduale perdita della copertura di penne/piume, sostituita con una nuova, che sarà per i giovani la livrea da adulti e per quelli di più di un anno ne costituirà comunque il ricambio totale. Volendo ed avendone la disponibilità, si possono anche fornire erbe prative, quali tarassaco e centocchio, che sono appetibili e che contengono in parte coloranti utili a vivacizzare il giallo ed il rosso. Per il periodo della muta sono solito fornire in contenitori antispreco questi alimenti differenziati per i giorni della settimana.